Quale comitato spontaneo, promotore della petizione presentata dai genitori degli alunni del Comprensivo Melvin Jones – Comes, ci sembra doveroso replicare alle dichiarazioni conseguenti a tale legittima istanza, rilasciate alle redazioni di giornali da parte del Consiglio di Istituto del Comprensivo G. Modugno-Galilei e del Dirigente Scolastico dott.ssa Rosangela Colucci, che meritano delle doverose precisazioni.
Siamo rammaricati, quanto sorpresi, che il predetto Consiglio di Istituto, invece di esprimere solidarietà e vicinanza rispetto ad una problematica che mina il diritto alla continuità didattica ed alla libertà di scelta del percorso formativo di tutti gli studenti, oggi sancito dalla legge, si siano lasciati andare ad una improbabile lezione di diritto scolastico del tutto inutile ed infondata per le motivazioni che qui di seguito, consentiteci di riportare.
Le ricette consigliate, poste in essere già da tempo dal Comprensivo M.J.-Comes, non possono difatti essere risolutive del problema, che come evidente, risiede nella mancata assegnazione al nostro comprensivo di una struttura nel centro urbano dedicata alla scuola secondaria.
A conti fatti gli alunni iscritti nell’anno in corso (infanzia e primaria) sono inferiori rispetto a quelli presenti nel 2011, proprio perché il dirigente scolastico ha dovuto, suo malgrado, rifiutare 50 nuove iscrizioni, di cui 17 frequentanti già il plesso, essendo stato necessario sacrificare alcune aule per la formazione di classi secondarie.
Pertanto i criteri di selezione per iscrizioni in esubero sono ben noti solo ai genitori del 3° I.C., dal momento che il caso M. Jones è unico, probabilmente, in tutta la storia scolastica monopolitana, per aver dovuto respingere delle iscrizioni.
Se l’implicito messaggio, mascherato da falso sermone della G. Modugno, è “iscrivetevi alla nostra scuola che noi abbiamo aule vuote, ma non assegnatele agli altri plessi” credo abbiano ignorato la ragione della libertà di opzione che hanno oggi le famiglie di iscrivere i propri figli nel plesso prescelto. Tale libertà genera un obbligo delle scuole a garantire necessariamente un’offerta formativa competitiva, che va a beneficio dell’intera collettività.
L’Amministrazione comunale nel 2011 ha Costituito gli Istituti Comprensivi con delibera di giunta n. 181/2011, e conscia di non aver assegnato al nostro Istituto una struttura per la frequenza degli alunni che, terminata la primaria, dovevano intraprendere nel centro urbano gli studi di scuola secondaria, penalizzando docenti ed alunni del predetto comprensivo, si impegnava ad assegnargli altre aule (tra cui quelle del Giovanni XXIII sita in via Procaccia, oggi assegnata alla G. Modugno) onde consentire alla M.J. di poter formare le predette nuove classi di scuola secondaria. Tale impegno è stato sino ad oggi disatteso, in difetto di attuazione della predetta delibera di giunta.
Se è per tale motivo che la G. Modugno si è sentita in qualche modo minacciata dall’eventuale attuazione di tale provvedimento, (che peraltro avrebbe dovuto contestare a suo tempo), la rassicuriamo sin da subito, precisando che in alcun modo noi genitori pretendiamo che la risoluzione del nostro problema debba crearne altri, provocando la sottrazione di spazi vitali ad altri Istituti. Comprendiamo tale reazione, ma ciò non giustifica in alcun modo, l’aver messo pubblicamente in discussione la correttezza e la professionalità altrui.
Ad ogni buon conto, abbiamo appreso dal medesimo articolo, che in altri plessi vi sono ben 20 classi vuote, informazione di cui sino ad oggi non disponevamo, non avendo contezza della risorse di spazi degli altri Istituti. Tale notizia, se confermata, farebbe crescere il nostro disappunto, ponendo ulteriori interrogativi in merito alla correttezza della distribuzione dei plessi finalizzata alla razionalizzazione delle strutture scolastiche da parte dell’amministrazione comunale: Perché all’istituto comprensivo. M.J. viene negata l’assegnazione di tali spazi se inutilizzati da altri istituti? Non è proprio l’inutilizzo di tali aule uno sperpero di denaro pubblico? Se così fosse, sarebbe un’ingiustizia perpetrata ai danni di tutte quelle famiglie che si
sono viste rifiutate le iscrizione dei propri figli alla Melvin Jones, probabilmente anche meritevole di tutela nelle opportune sedi giudiziali.
In realtà, pur apprezzando gli sforzi fatti da questa amministrazione comunale in tema di edilizia scolastica, riteniamo che debba farsi una seria riflessione relativa all’efficienza di tutte le strutture scolastiche del territorio cittadino, atteso che sono state abbattute ben due scuole e dismessi vari plessi nelle contrade accorpate alla O. Comes, con l’evidente contrazione di aule non rimpiazzate in maniera oculata e previdente. Tali spazi dovrebbero essere garantiti dall’amministrazione comunale a chi legittimamente li rivendica, senza dover attendere inesistenti “preiscrizioni”, e non negati con il pretesto di un paventato, quanto improbabile danno erariale, assicurando una sereno svolgimento delle attività didattiche a beneficio di tutti gli studenti e delle scuole, che devono essere messe tutte nelle medesime condizioni di poter garantire un’offerta formativa adeguata e competitiva, e mai essere oggetto di puerili contese tra i vari Istituti, che altrimenti, si renderebbero protagonisti di una infelice disputa tra bisognosi.
Il Comitato dei genitori