In vista del nuovo anno, il nostro affezionato lettore Franco Muolo pone l’accento sulla necessità della revisione del Piano Urbanistico Generale affinché “non sia più in funzione di pochi, ma nell’interesse della collettività”.
Gentile Direttore,
ritenendomi una di quelle “penne” contrarie all’impostazione generale (in senso tecnico, s’intende) del Pug, ravvisai tempo fa una certa preoccupazione nella convinzione che esisteva in larga parte degli amministratori locali a proposito del privilegio di controllo e critica che dev’essere attribuito solo ed esclusivamente ai consiglieri di maggioranza e opposizione escludendo, conseguentemente, tutti gli altri cittadini che non s’identificavano (e che, a mio parere, non s’identificano ancora oggi) con il Consiglio comunale. Mi permetta di ricordare che, prima ancora ch’io diventassi “libero cittadino”, e l’aver accidentalmente fatto l’assessore del centrosinistra, sia pure per un brevissimo lasso di tempo, notai e feci notare pubblicamente in tv e sui giornali alcuni punti critici che già caratterizzavano l’allora nascente Pug. Responsabilmente continuo a farlo oggi, visto che non è cambiato granché di quelle previsioni. Ora mi chiedo: sol perché abbia deciso di troncare la mia, diciamo così, attività politica, oggi non mi sarebbe più consentito di esprimere alcuna opinione su previsioni, a mio giudizio, sbagliate dello strumento urbanistico vigente? Le scelte politiche di un Piano devono rispettare un minimo di ragioni tecniche per essere considerate valide a tutti gli effetti? O no! Se chiedessi: perché mai la zona industriale deve avanzare la sua corsa verso il centro urbano? Perché il porto turistico è stato previsto sullo sfocio del torrente Ferraricchio? Perché le aree a disposizione delle cooperative edilizie sono state concentrate come in un ghetto? Perché per attrezzare delle aree alternative all’attuale sede della cantieristica navale si deve ancora insistere nel voler per forza utilizzare una inidonea ex cava di pietre? Perché sono state estese aree residenziali e produttive fin sotto pericolose infrastrutture come le linee elettriche ad alta tensione? Perché si consente praticamente di edificare sia pure con bassi indici plano-volumetrici in aree verdi, in aree bianche, in prossimità di lame e aree portuali e… per quale ragione non è stata riportata sulle tavole del Pug la diga antemurale a difesa delle mura cinquecentesche e della zona del centro antico che affaccia sulla via San Salvatore a rischio mareggiate da greco-levante, come prevedeva il Piano regolatore del Porto? Come mi risponderebbero i tecnici di questa città? La risposta dell’estensore del Piano, il prof. Federico Oliva, alla mia domanda fu politica: per non consumare territorio, mi disse (quando facevo inutilmente l’assessore alla pubblica istruzione). La risposta tecnica che mi aspettavo invece non l’ho mai avuta? Forse a un “criticone” come me, dopo aver assistito, in qualità di tecnico comunale (ed averne viste di cotte e di crude), alla nascita, alla vita e alla morte di ben tre piani regolatori non gli è più consentito (in un regime democratico) di porre una libera e civile domanda a tanti interrogativi? Stiamo per entrare nel 2017, l’ultimo anno durante il quale si dovranno formare nuove compagini politico-amministrative che devono governare il nostro territorio. Mi auguro che durante la prossima campagna elettorale si voglia dispiegare chiaramente ai cittadini la necessità della revisione del Piano urbanistico generale, al fine di concretizzare un corretto sviluppo della città e dell’agro, non più in funzione di pochi ma nell’interesse della collettività. Buon Anno!
Franco Muolo