Sorseggio del vino nuovo e degustazione delle caldarroste
Anche quest’anno, ci apprestiamo a festeggiare il San Martino. A “San Martino, ogni mosto diventa vino” e perciò diventa un’occasione per sorseggiare del vino nuovo e degustare caldarroste in compagnia dei propri parenti ed amici per far festa.
La festività, tuttavia, ha origini ben più profonde.
Martino di Tours era un vescovo e confessore francese, uno tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa, che fu sepolto l’11 novembre, giorno dei suoi funerali a Tours, cui oggigiorno è legata la cosiddetta “estate di San Martino”, ovvero un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore.
La sua conversione al cristianesimo avvenne all’indomani di un sogno, in cui Gesù Cristo disse ai suoi angeli «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito», in quanto non appena si risvegliò vide il mantello (che aveva diviso il giorno precedente per condividerlo con un mendicante seminudo sofferente, che incontrò mentre eseguiva il compito del “circitor”, ronda di notte ed ispezione dei posti di guardia, nonché sorveglianza notturna delle guarnigioni) integro.
A lui è ispirata anche la seguente poesia di Giosuè Carducci:
La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar