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Concessioni balneari, il Partito Democratico dice la sua

Secondo i piddini, l’attuale amministrazione rischia di recar loro danni irreparabili, aprendo uno scenario di estrema incertezza amministrativa e giudiziaria e attuando un’evidente disparità di trattamento tra i concessionari attualmente titolari

Un ruolo fondamentale dell’economia del turismo è indubbiamente ricoperto dagli operatori balneari, nei cui confronti la politica dovrebbe garantire certezze giuridiche, rispetto delle regole, equità, in un perfetto equilibrio tra diritti privati e interesse pubblico. 

Ma tale obiettivo ha bisogno di amministratori capaci di programmare, gestire e prevenire.

L’attuale amministrazione, nel maldestro tentativo di mostrarsi amica e vicina agli interessi dei balneari, rischia di recar loro danni irreparabili, aprendo uno scenario di estrema incertezza amministrativa e giudiziaria e attuando un’evidente disparità di trattamento tra i concessionari attualmente titolari.

La nostra amministrazione, dinanzi alla nuova scadenza delle concessioni balneari vigenti fino al 31.12.2024, invece di farsi pronta, piuttosto che procedere celermente alla pubblicazione dei bandi, magari con la previsione di clausole di garanzia e tutela dei concessionari preesistenti, attendeva salvezza dall’alto, magari dalla Ministra Santanchè, forte di un clamoroso conflitto d’interessi.

Intanto, inaspettatamente, giungeva una discutibile sentenza del Tar di Bari, un piccolo regalo, che però riguardava un numero molto limitato di concessioni balneari (circa una ventina su oltre 70 rilasciate) e che consentiva solo a questi ultimi di ritenere efficace la proroga fino al 2033.

Ora, saranno stati i più bravi, oppure i più dinamici, o magari i più vicini all’amministrazione (per motivi di vario genere, non esclusa la presenza di titolari di concessioni o stretti parenti), fatto è che chi aveva inoltrato ricorso ha accesso al beneficio della proroga e chi non l’ha avanzato, confidando nell’affidabilità dell’amministrazione e nella legittimità degli atti adottati dalla giunta, se ne va in malora.

Ma fortunatamente la generosità e la lungimiranza dei consiglieri di maggioranza è infinita e a chi è rimasto nel limbo ci hanno pensato loro. Come? Con una improbabile mozione presentata in Consiglio Comunale con cui si invitava la Giunta a non impugnare le sentenze emesse dal Tar, consentendo quindi a pochi concessionari la proroga fino al 2033 e ad estendere detta possibilità anche agli altri concessionari che non avevano presentato ricorso.

Con il risultato che tutti i concessionari almeno potranno dire: bravi questi consiglieri di maggioranza!

E qui, purtroppo, per i protagonisti del pasticcio intervengono i pareri tecnici del Dirigente dell’Ufficio Tecnico e dell’Avvocatura comunale, che, con dovizia di argomenti, palesano la evidente insensatezza di entrambe le proposte.

La storia continua: ad appena 24 ore dopo la delibera del Consiglio Comunale, la Giunta approva una delibera schizofrenica! Il Consiglio approva una mozione in una direzione, la Giunta approva una delibera nell’altra direzione!

A leggere la delibera, infatti, si resta senza parole: alcuni balneari in paradiso, tutti gli altri all’inferno! Una parte di concessioni restano tutelate e stabili, le altre verranno messe a bando entro il 2024.

E cosa succederà se qualcuno degli esclusi dovesse impugnare la Delibera di Giunta, che peraltro disattende l’indirizzo politico dettato dal Consiglio? E si è certi che tale provvedimento non sarà comunque suscettibile di interventi demolitori o giudiziari da parte degli organi preposti a tutela della concorrenza, come pure avvenuto in molti comuni e regioni?

Se la Giunta voleva offrire certezze giuridiche e regolarità amministrative, a nostro giudizio, ha aumentato le incertezze e buttato alle ortiche le regole, creando insopportabili disparità, la cui evidenza potrà emergere leggendo i nomi dei fortunati.

Qualcuno dirà: ma voi cosa avreste fatto?

Avremmo fatto quello che impone la legge e che ha statuito più volte la Giustizia Amministrativa: innanzitutto approvare il Piano delle Coste, inspiegabilmente lasciato nel cassetto da quasi un decennio, e poi avviato immediatamente i bandi, prevedendo meccanismi di selezione idonei, magari prevedendo premialità sia per salvaguardare l’esperienza, il lavoro e gli investimenti di chi è titolare delle concessioni balneari, sia per tutelare maggiormente i cittadini e il loro accesso al benessere balneare.

Purtroppo, a Monopoli siamo dinanzi solo e soltanto alla “presa della battigia”.

Il PD di Monopoli