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Prospero Fest e Sudestival, connubio culturale vincente con il Polo Liceale protagonista della Notte Bianca

Si è svolto a Monopoli dal 10 al 17 novembre il “Prospero Fest”, primo festival di letteratura, musica, teatro e arti, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale attraverso la mediazione e l’impegno profusi dall’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione prof.ssa Rosanna Perricci, docente del Polo, e, per la serata del 16 novembre, dal prof. Michele Suma, promotore e referente della rassegna del Sudestival, in sinergia con le associazioni e le agenzie culturali presenti sul territorio.
Nella suggestiva e rinnovata cornice della Biblioteca comunale “Prospero Rendella” si sono alternati nomi prestigiosi della scena culturale locale e nazionale, primi fra tutti Luciano Canfora e Umberto Galimberti, i quali hanno dato vita ad una intensa settimana di dibattiti, scambi di idee ed emozioni, spunti di riflessione ad ampio raggio che hanno abbracciato la letteratura, la storia, la pedagogia, la musica, il teatro e l’arte.
Nell’ambito della rassegna a partire dal pomeriggio del 16 novembre e fino alle 3.00 della notte si è svolta la Notte Bianca del Polo Liceale e del Sudestival, nel corso della quale gli studenti hanno incontrato lo scrittore Francesco Carofiglio, che ha presentato la sua ultima uscita, Jonas e il mondo nero. La serata, dal suggestivo tema “Visioni e visionari”, è stata coordinata dal prof. Michele Suma e ha visto la cospicua partecipazione di studenti che hanno dialogato in modo attivo ed appassionato con l’autore su tematiche rivenienti dal testo e non solo.
Potente ed evocativo romanzo di formazione, non è solo una lettura per ragazzi, come sottolinea l’autore stesso. La storia di un dodicenne considerato strano, che ama leggere e collezionare insetti, che guarda il soffitto coperto di macchie di umidità e immagina mondi altri e paralleli, diventa la storia dell’autore stesso, celato sotto il cognome del protagonista Jonas Dearson, ed è maschera per l’alterità di ognuno di noi.
Nella ricerca costante e ardua di un linguaggio adatto ai ragazzi, la storia si dipana come racconto sulle zone di grigio in un mondo, che è quello interiore, in cui il bianco e il nero non sono separati in modo marcato. È il mondo delle nostre personali zone d’ombra che emergono dalle macchie indistinte su un soffitto fissato in silenzio. Il romanzo non è concluso, perché l’autore ama i finali aperti, e non ha un messaggio, perché ognuno ne può ricavare il proprio anche in modo del tutto casuale. Dalla stanzetta di un casolare sperduto nella foresta Mercadante, da dove l’autore proviene, e dalle macchie evocative e metaforiche di tutti i soffitti possono derivare storie: quella di Jonas è la storia di una sentinella di confine tra il mondo della sua interiorità e quello dei rapporti con l’esterno. Ma quale adolescente non lo è? Il doppio, il mondo parallelo affascinano e seducono, ma spaventano allo stesso tempo fino alla perdita dell’orientamento e al ribaltamento dei punti di vista. Forse è per una tale quantità di suggestioni che gli studenti sono rimasti affascinati da una tematica che li accarezza e li allontana: è il mondo nero, che esiste ed è una progressiva perdita della speranza ed una desolata rassegnazione alle cose.
L’autore individua il nero nella perdita di misura nel rapporto con gli altri e nel costante incupirsi e involgarirsi del linguaggio. Ma ognuno ha il proprio mondo nero. Jonas diventa un supereroe fragile e responsabile allo stesso tempo, nel quale tanti ragazzi si sono immedesimati e riconosciuti. Il suo viaggio è quello di ogni eroe che si rispetti secondo gli archetipi di eroismo e antieroismo forniti dalla tragedia greca innanzitutto. Francesco Carofiglio con garbo, fruibilità e disponibilità all’ascolto ha guidato gli studenti ad un dialogo con sé stessi, con le proprie paure e con il loro eroismo fragile alla ricerca di un personale romanzo di formazione e degli anticorpi alle proprie ansie, senza la pretesa di consegnare una verità.
Ha suggerito loro di essere presenti a sé stessi e agli altri e di essere curiosi dei dettagli, perché sono proprio questi che ispirano le storie insieme al racconto delle esperienze di senso. Questo incontro, anticipato e seguito dalla proiezione di quattro film, ha tenuto la sala gremita e avvinta fino alle 23.00, a testimonianza del fervore culturale che anima la nostra città, la nostra scuola e la Biblioteca nello specifico. Essa deve diventare la piazza del sapere aperta sempre e a tutti con programmazioni propositive a lungo termine, come ha affermato in conclusione la prof.ssa Perricci, affinché da baluardo statico di inveterati ed elitari saperi diventi invitante e dinamica agorá culturale ed emozionale per le nuove generazioni.