Amaranta

Il 30 settembre 2017 presso il Salone del Conservatorio alle ore 20.30

30 settembre 2017- Salone del Conservatorio, ore 20.30:

Amaranta

D’ANNUNZIO, VAN WESTERHOUT, TOSTI

POESIA MUSICA ARTE

a cura di Matteo Summa


Immagine: Pasquale Di Renzo, Il dubbio di Amaranta, 1947.


Musiche di Niccolò van Westerhout e Francesco Paolo Tosti

Poesie di Gabriele d’Annunzio

Selezione delle opere pittoriche proiettate

Francesco Paolo Michetti, Gaetano Previati, William-Adolphe Bouguereau, Vincent Van Gogh, Max Ernst, Marc Chagall,
Dante Gabriel Rossetti, Pierre-Auguste Renoir, Giovanni Boldini, Ettore Tito, Pasquale Di Renzo

Con la partecipazione di

Piero Rotolo pianoforte

Carmela Apollonio soprano

Flavio Maddonni violino

Giuliana Zito violoncello

Maurizio Pellegrini voce recitante

Matteo Summa voce recitante


Scelta dei dipinti a cura di 
Filomena Di Renzo

Regia a cura di Matteo Summa e Maurizio Pellegrini

Un’avvincente convergenza di elementi musicali e poetici si trova nell’opera di Gabriele d’Annunzio. Nel verso e nella pulsazione delle parole s’innesta una gestazione del ritmo che rende il discorso poetico fluido e armonioso. Strofe e periodi sono retti da decise arcate espressive in cui gli elementi poetici e musicali s’intrecciano con la vita interiore dell’artista. Tuttavia non si può prescindere dalle sue frequentazioni: quelle dei salotti di Roma, in cui padroneggiava Francesco Paolo Tosti con le sue romanze, e di Napoli, città nella quale si legò d’amicizia al compositore pugliese Niccolò van Westerhout. Gabriele d’Annunzio catalizza attorno a sé una fetta importantissima della produzione letteraria e musicale del suo tempo. Offrì ai musicisti della sua generazione e a quella successiva stimoli culturali che hanno forgiato un gusto artistico in grado di coniugare esigenze ed aspettative italiane ed europee, contribuendo al superamento dell’opera ottocentesca e, attraverso i riferimenti presenti nelle sue opere letterarie, dando autorevolezza sia alla musica strumentale sia alla musica vocale da camera. Ma se il rapporto con Niccolò van Westerhout rimase solo nelle intenzioni e nei contenuti musicali degli Insonnii, quello con Francesco Paolo Tosti, invece, ancor prima di quelli con Zandonai, Debussy, Casella e Pizzetti, è fondamentale nell’ambito degli sviluppi della Romanza da salotto italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Il salotto, l’opera, la lirica da camera, la poesia, il sogno e l’insonnio, la prosa poetica, il teatro, il cinema e tanto e tanto altro… questo è d’Annunzio, il d’Annunzio maturo ma non ancora stanco del Vittoriale, il poeta novizio dei primi ed eloquenti sospiri alimentati dalle brezze e dai tramonti dell’Adriatico, che diventano versi d’autore, esigenze di un poeta che si bea del canto di una dea che intona poesie alla maniera della musica. (Matteo Summa)

Ingresso libero.

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