In merito al trasferimento del mercato giornaliero di frutta e verdura in via Vittorio Veneto ed alla decisione assunta dall’attuale Amministrazione Comunale di trasformare Cala Fontanelle in un’area mercatale adatta ad accoglierlo, torna sull’argomento il consigliere comunale Angelo Papio di Mani sporche.
LA NOTA
Sembra che l’acqua con cui i commercianti irrorano la frutta e la verdura delle bancarelle possa inquinare una piazza XX settembre che, dopo i recenti lavori di restyling, si ritrova ancora senza fogna bianca. Questo è il motivo per cui l’Amministrazione ha deciso, dopo vari tira e molla, di dirottare gli ambulanti a largo Fontanelle. Un dubbio sorge spontaneo: ma se finisce direttamente a mare, inzozzando le vicine spiagge da bandiera blu di Monopoli “città turistica”, tutto ciò che la pioggia lava via dalle piazze XX settembre e Manzoni, comprese le strade limitrofe, davvero si può paragonare il potere inquinante di un secchio d’acqua ai residui di copertoni, idrocarburi, benzolo e alle polveri sottili dei gas di scarico delle auto che, a centinaia, attraversano ogni giorno quello spazio urbano?
E allora, siccome dobbiamo essere tutti un po’ seri, s’interdica alle auto ogni zona della città non ancora servita dalla fogna bianca oppure si interrompa la farsa dell’assessore Campanelli sull’inagibilità igienico-sanitaria della piazza e si faccia tornare immediatamente in piazza XX settembre la decina di famiglie ormai sul lastrico da diversi mesi.
L’assessore Campanelli sa benissimo che piazza XX settembre è ancor oggi area mercatale e i lavori svolti non hanno intaccato nulla della sua fruibilità e vocazione commerciale. E poi, non solo nel rifacimento non è stata prevista la fogna bianca, ma, in preda a una profonda confusione pianificatoria, sono stati realizzati alcuni bagni pubblici nelle vicinanze della piazza, addirittura all’interno di ambienti con forte valenza storica, proprio per garantire i necessari servizi igienici al mercato.
Ci chiediamo, dunque, quale fosse l’obiettivo urbanistico e la visione commerciale che l’Amministrazione intendeva raggiungere in relazione a tale luogo strategico.
Largo Fontanelle, dal canto suo, non può funzionare perché:
non possiede le stesse valenze storiche sociali e urbanistiche che piazza XX settembre si è guadagnata nel corso di secoli;
non permette un analogo movimento di persone, quale quello che ha sempre favorito gli esercizi commerciali di una vasta area intorno al mercato di piazza Monsignore, ben oltre il suo perimetro;
rappresenta uno spazio limite senza alcun collegamento immediato al Centro Storico, in quanto ubicato tra la villa comunale e il porto, ai confini del centro abitato;
presenta condizioni climatiche negative, con l’esposizione ai venti freddi di tramontana e maestrale, senza alcuna protezione dalla pioggia in tutto il suo spazio circostante. Situazioni di per sé avverse per un mercato frequentato da molti anziani.
Piazza XX settembre invece continua a essere la soluzione migliore perché:
è, da sempre, uno dei cuori pulsanti della città;
è in posizione strategica rispetto all’intero centro storico, ben collegata a tutte le vie principali che attraversano il borgo antico (v.Barbacana/v.Comes, v.Argento/v.S.Vito, v.S.Domenico/v.S.Caterina) ed è immediatamente raggiungibile dal centro murattiano;
è protetta dai venti, circondata da locali e spazi coperti, ideale per anziani e genitori (che fra l’altro accompagnano i bambini a giocare nell’attigua piazza Manzoni).
Con forza chiediamo che:
si ritorni a far visita a quel gruppo di commercianti, che con le loro bancarelle da mesi tentano di sopravvivere in via Vittorio Veneto, dove sono stati deportati, e li si ascolti;
ci si ricordi delle promesse fatte dal Sindaco ai commercianti nel febbraio 2013, in occasione del loro trasferimento temporaneo in piazza Manzoni, e si impedisca che a una deportazione temporanea ne segua un’altra definitiva, senza speranza;
si inverta la rotta dell’Assessore Campanelli e si restituisca il lavoro e la dignità a persone oneste che hanno sempre lavorato per vivere: loro chiedono solo di continuare a fare quello che hanno sempre fatto (compresa l’innegabile funzione sociale svolta nei confronti della propria clientela).
a Monopoli sia riconsegnato un angolo caratteristico di vita, di folklore, di incontro della Comunità.
E ci si convinca che la salvaguardia di un bene comune non ha prezzo.