Don Sandro: “dobbiamo imitare il suo esempio, mettendo Dio al centro della nostra esistenza, aprendoci alla corrente del suo amore misericordioso”
Dopo il Triduo di preparazione, questa sera, la comunità monopolitana ha festeggiato San Leonardo di Noblac all’interno dell’omonima chiesa con la Solenne Celebrazione Eucaristica animata dalla Schola Cantorum.
“Il modo migliore per farlo – ha auspicato don Sandro Dibello nell’omelia – è imitare il suo esempio, mettendo Dio al centro della nostra esistenza, aprendoci alla corrente del suo amore misericordioso”.
Il Vangelo di oggi, in cui si parla delle cinque opere corporali, è esemplificativo della vita del Santo: “che ha scelto, diventando un’eremita, Dio. Leonardo ha colto dal Vangelo la verità ultima dell’esistenza umana. Cosa c’è di eterno che sopravvive a quello che ci è dato sperimentare? Resta l’amore – ha spiegato don Sandro – quello che abbiamo vissuto, che abbiamo donato.Di lui – ha aggiunto – ricordiamo l’attenzione particolare nei confronti dei fratelli in carcere. Difatti anche la nostra statua è riprodotta con le catene in mano perché si è adoperato per visitare e dare liberta ai carcerati: chiese al Re di mettere in libertá i carcerati; se bussavano alle porte del suo monastero trovavano le porte del suo cuore spalancate. Abbiamo fatto dei poveri e dei bisognosi – ha incalzato – una categoria sociale senza volto: per Dio tutti non sono dei numeri, Dio ha scelto di legare il suo nome ai poverii, agli stranieri, ai carcerati ed ai piccoli. Dio ha scelto di riservare non a sè il culto, ma di tributarlo agli ultimi”.
Perciò, “la verità ultima va trovata intorno con le relazioni stabilite, nella compassione esercitata e nella misericordia usata, nella capacitá di liberare gli uomini da angosce e paure, da un futuro senza speranza e da passato che non conosce presente”.