Il suono dell’allarme alle 12:35 del 26 febbraio 2018: il neonato era avvolto in una copertina azzurra e fu accolto tra le braccia di Padre Miki Mangialardi e nel cuore di un’intera comunità che, soltanto un anno prima, era stata sconvolta dalla tragica scomparsa della piccola Chiaraluna Bella
Quattro anni fa il piccolo EMANUELE fu accolto tra le mie braccia e nel cuore di una intera comunità
Buona vita piccolo grande eroe
È attraverso un post su Facebook che Padre Miki Mangialardi rivolge un pensiero al primo neonato salvato grazie alla “Culla per la Vita” realizzata a Monopoli presso la Parrocchia SS Trinità in San Francesco da Paola dopo la tragica scomparsa della piccola Chiaraluna Bella, creatura così ribattezzata dopo essere stata ritrovata senza vita, a febbraio 2017, sull’arenile di Cala Monaci dove era stata abbandonata alla nascita. Fu proprio ad un anno da questo triste evento che, nella tarda mattinata del 26 febbraio 2018, alle 12:35, si udì il suono dell’allarme che, contrariamente alle volte precedenti in cui si trattò di un falso allarme fatto scattare da chi aveva premuto quel pulsante per mera curiosità, annunciò l’arrivo di un neonato di sesso maschile avvolto in una copertina azzurra, che fu ribattezzato Emanuele.
COS’È LA CULLA PER LA VITA
La “Culla per la Vita“ è una versione moderna e tecnologicamente avanzata della medievale “Ruota degli Esposti” ovvero una struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. È un luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino ed è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino. La culla per la vita è un’estrema possibilità di accoglienza e di vita che deve servire ad evitare un estremo gesto di rifiuto.
