Prezzi da capogiro, stipendi da Sud: la morsa del caro-casa spinge i giovani monopolitani lontano dalla propria terra. L’accorato appello di Carlo Carparelli (Monopoli 2030) alla politica locale e regionale: “Basta promesse, servono azioni concrete per salvare la nostra comunità”
Un sogno infranto, una speranza negata. Per un giovane monopolitano con uno stipendio medio di 1.300 euro al mese, l’accesso alla casa – sia in affitto che in acquisto – è diventato una chimera. La denuncia arriva forte e chiara dalla lettera aperta di Carlo Carparelli, 23 anni, referente dell’associazione politica Monopoli 2030, indirizzata alla politica comunale e regionale. Un grido d’allarme che squarcia il velo di silenzio su un’emergenza sociale che sta lentamente svuotando la città della sua linfa vitale: i giovani residenti.
“In questi anni di attivismo politico ho maturato una consapevolezza tanto chiara quanto amara: in politica tutti parlano di giovani, ma pochi li ascoltano davvero. E nessuno li rappresenta davvero,” esordisce Carparelli nella sua missiva, tracciando un quadro desolante di promesse elettorali puntualmente disattese. Ma il cuore del problema, la vera “grande dramma” per le nuove generazioni del Sud e delle città turistiche come Monopoli, è il costo insostenibile della casa.
Per Carparelli, la crescita esponenziale del turismo e gli investimenti esterni hanno trasformato Monopoli in una vetrina patinata, ma a farne le spese sono i suoi stessi abitanti. Gli affitti a lungo termine sono schiacciati dalla voragine degli affitti brevi, pensati per i turisti, rendendo proibitivo trovare un alloggio dignitoso per chi a Monopoli vive e lavora tutto l’anno. Il giovane evidenzia che il mercato immobiliare è impazzito: se i prezzi al metro quadro si aggirano già tra i 2.500 e i 3.500 euro, le cifre diventano astronomiche nel centro storico e nelle zone costiere, con appartamenti di soli 80 mq vista mare offerti a cifre shock come 600.000 euro.
“E noi?” si chiede con amarezza Carparelli, portavoce di una generazione costretta a fare i conti con stipendi che, pur essendo spesso a tempo indeterminato, oscillano tra i 1.200 e i 1.500 euro mensili. “Non possiamo permetterci né un affitto né un mutuo, se non con l’aiuto delle nostre famiglie.” Una realtà inedita rispetto a trent’anni fa, che oggi costringe i giovani a una scelta dolorosa: rimanere a casa con i genitori, rinunciando alla propria autonomia, o abbandonare la propria città natale in cerca di condizioni di vita più sostenibili.
E la fuga è già in atto. Sempre più giovani e famiglie monopolitane scelgono di trasferirsi nei comuni limitrofi come Castellana Grotte e Conversano, dove i prezzi delle case sono ancora accessibili, con appartamenti di 80 mq che si aggirano intorno ai 100.000 euro. Monopoli, intanto, si svuota, perdendo non solo residenti ma anche la sua identità più profonda. Il rischio concreto è quello di trasformarsi in una mera “cartolina estiva, senza anima”, priva del contributo vitale delle nuove generazioni e delle sue tradizioni.
L’amministrazione comunale sembra ignorare la gravità della situazione, mentre la Regione Puglia “guarda altrove”. Un silenzio assordante che Carparelli attribuisce forse alla percezione di una minoranza demografica “che non vota, che non conta”. Anche l’opposizione, pur denunciando il problema, non sembra in grado di proporre soluzioni concrete e credibili.
Di fronte a questa inerzia, Carlo Carparelli lancia un appello accorato e diretto alla politica comunale e regionale: “Basta parole, servono fatti.” Un invito a superare gli sterili scontri ideologici e ad abbracciare politiche concrete e coraggiose. Le proposte avanzate da Monopoli 2030 sono un chiaro segnale della volontà di invertire la rotta:
* Contributi a fondo perduto per giovani residenti che desiderano acquistare la prima casa nella propria città.
* Incentivi fiscali comunali (sgravi IMU, TARI) per chi sceglie di vivere e investire stabilmente a Monopoli.
* Utilizzo mirato della tassa di soggiorno, destinando una quota a progetti di sostegno per i residenti annuali.
* Aumento della percentuale di edilizia residenziale sociale a prezzi calmierati.
* Priorità nell’acquisto di abitazioni per giovani monopolitani residenti da almeno cinque anni.
* Eliminazione dei vincoli per il cambio di destinazione d’uso dei locali al piano terra nel quartiere Murattiano, destinandoli esclusivamente a uso residenziale (vendita e affitto a lungo termine).
* Favoreggiamento delle locazioni a canone concordato per giovani e studenti del conservatorio.
“Chi vuole costruirsi un futuro qui, nella propria terra, non può più essere lasciato solo,” conclude Carparelli con fermezza. “È una questione di giustizia sociale. È una questione di visione politica. È una questione di sopravvivenza per la nostra comunità. Perché una città che non offre casa ai suoi giovani, non è una casa. È solo una cartolina.” Un monito potente che risuona tra le vie di Monopoli, in attesa di una risposta concreta da parte di chi ha il potere di cambiare il destino di una generazione.