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Monopoli, grave carenza strutturale degli asili nido comunali

L’analisi del Movimento Manisporche che promette di seguire con attenzione se l’impegno dell’Amministrazione a creare nuove strutture sarà mantenuto

In una nota, il Movimento Manisporche evidenzia una grave carenza strutturale degli asili nido comunali.

Anche in questa tornata elettorale, nel programma del Sindaco Annese si legge: “Incremento dei posti disponibili negli Asili nido comunali, attraverso l’apertura di nuove strutture e attivando convenzioni con le strutture private esistenti, monitorandone il funzionamento.” Ma in 15 anni di gestione, il sindaco Annese che si mostra protagonista della vita cittadina, nei fatti non ha ancora risposto a una essenziale necessità delle famiglie.

Monopoli ha un solo asilo nido comunale con una capienza complessiva di 60 posti, assolutamente inadeguata alla domanda.

Numeri insufficienti

Le domande di iscrizione inoltrate sono state 171 (dato al 31 maggio 2023) Ma, data la carenza di strutture, è stata accolta solo 1 domanda su 4.

Nella graduatoria degli aventi diritto all’iscrizione, pubblicata il 15 giugno, sono stati riconfermati 19 bambini su 60 posti. I restanti 41 posti sono stati così assegnati: 12 per i Piccoli, 7 per i Medi, 5 per i Grandi e 17 per i Primavera.

Ad appesantire la situazione, l’invito da parte del dirigente Calabrese a recapitare eventuali osservazioni soltanto tramite PEC, strumento non ancora in uso a molte famiglie, ma neppure necessario per adesso, ai fini di legge.

Ma quanti bambini necessiterebbero del nido comunale?

L’offerta pubblica di posti è meno del 10%. Lo dice l’Istat che registra questo dato: a Monopoli avrebbero potuto accedere al nido ben 1000 bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. Lo frequentano soltanto 60. Un divario che ha un costo sociale altissimo.

Non avere il diritto al nido pubblico comunale cosa comporta?

La conseguenza immediata è che le famiglie ricorrono ai nidi privati, ma se non hanno mezzi economici per pagarlo rinunciano, ricorrendo alla rete famigliare o all’aiuto di babysitter, ma di fatto escludendo i bambini da un’offerta educativa di livello e da un’esperienza relazionale con altri bambini in un ambiente sicuro come quello del nido.

La conseguenza indiretta è la tendenza ad anticipare la frequenza alla scuola dell’infanzia, molto meno costosa e senza limiti di posti, ma meno attrezzata per gestire questa fascia di età. A pagare un prezzo alto restano le donne per le quali, spesso, significa essere escluse o messe in grande difficoltà dal mercato del lavoro.

Il movimento Manisporche solleva con questo comunicato la questione e promette di seguire con attenzione se l’impegno dell’Amministrazione a creare nuove strutture sarà mantenuto. Abbiamo a cuore lo sviluppo socio- educativo dei piccolissimi, che saranno gli adulti di domani, così come abbiamo a cuore il benessere complessivo delle loro madri e delle famiglie.