“Ti sblocco un ricordo”: i meno giovani ripenseranno con nostalgia ai momenti delle estati trascorse al mare a bere qualcosa con la propria comitiva di amici
Ancor’oggi, capita di passeggiare lungo la scogliera – a nord della città – e di notare, nascosto dalla vegetazione spontanea, un qualcosa che luccica al sole: si tratta delle vecchie linguette a strappo delle lattine che, un tempo, venivano staccate prima di poter gustare la propria bibita.
Ebbene sì, il mare restituisce indietro incanto, ricordi, ma talvolta anche rifiuti.
I meno giovani ricorderanno con nostalgia i momenti delle estati trascorse al mare a bere qualcosa con la propria comitiva di amici.
Sembra ieri, eppure è passato un ventennio da quando, per evitare che le linguette venissero abbandonate incivilmente nell’ambiente diventando causa di ferite ai piedi, la lattina con apertura a strappo (brevettata nel 1959 dall’ingegnere Ernie Fraze che, durante un picnic, aveva dovuto arrangiarsi con mezzi di fortuna per essersi dimenticato a casa l’apriscatole per bevande) è stata sostituita dall’attuale sistema a torsione denominato ”stay on-tab” (sta sul coperchio), che fa ruotare la linguetta di 90° all’interno della lattina rimanendo ancorata al coperchio e consentendo altresì di mantenere in piedi la cannuccia per bere.
Introdotta negli anni ’90, la novità non fu particolarmente gradita: si aprì un dibattito sul fatto che la nuova linguetta, finendo a contatto con il liquido, potesse essere veicolo di possibili malattie e, nonostante l’Istituto Superiore di Sanità ed il Consiglio Superiore di Sanità avessero accertato la “non igienicitá” del sistema “stay on tab”, non essendo stato possibile verificare in concreto se e quante persone avevano subito infezioni per tale causa, le lattine sono arrivate sino a noi così come le conosciamo oggi.
Chissà che tra qualche decennio, ci sia qualcuno che ritrovi qualche posata monouso “usa e getta” in plastica, bandite da luglio dello scorso anno.
È importante perciò salvaguardare l’ambiente e gli ecosistemi.