Monopoli, una scalinata famosa in tutto il mondo

Un affezionato lettore propone la realizzazione di un’opera – con il coinvolgimento di un artista di una certa fama e degli studenti del Liceo Artistico “Luigi Russo” – per riqualificare l’area che collega cala Fontanelle a Largo Fontanelle

Recentemente, il Sindaco della Città di Monopoli Angelo Annese ha emesso un’ordinanza (la n. 313 del 26 maggio 2022) con la quale l’area ex cantieri navali diviene Piazza Capitano Enrico Levi (1918-2007) – Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana, venendo intitolata a colui che, allo scopo di rimpatriare clandestinamente gli scampati all’Olocausto d’Europa svolgendo sotto copertura l’operazione Alyah Bet, commissionò la realizzazione del peschereccio denominato “Sirius” (ribattezzato “Dalin” il 21 agosto 1945), che fu costruito e varato lì in quegli anni.

Considerata l’importanza che oggi riveste quell’area, che funge da cerniera tra la zona nord ed il centro storico cittadino soprattutto all’indomani dell’avvenuta riqualificazione a ridosso del lungomare Ungaretti, sarebbe importante pensare ad un ulteriore passo per renderla ancora più accogliente. 

In quest’ottica, un nostro affezionato lettore ci ha voluto suggerire una sua idea: riqualificare la scalinata fatiscente e scarsamente illuminata che collega cala Fontanelle a Largo Fontanelle in maniera originale ovvero pensando al coinvolgimento di un artista che gode di una certa fama e, degli studenti del Liceo Artistico “Luigi Russo” che possano lasciare un’impronta tangibile e magari renderla famosa come la Scalinata Selarón, costruita a Rio de Janeiro agli inizi degli anni ’90 dal pittore e ceramista cileno Jorge Selarón con piastrelle recuperate da cantieri e mucchi di rifiuti urbani trovati nelle strade di Rio e successivamente donate da visitatori provenienti da tutto il mondo. Un’opera che si rifà, forse inconsapevolmente, alla ben più antica Scalinata di Santa Maria del Monte di Caltagirone (in Sicilia), che dal 1954 è interamente decorata, nelle alzate dei gradini, con maioliche decorate con motivi isolani che vanno dal X al XX secolo, raccolti e adattati – si legge a piè di scala – da Antonino Ragona. 

Si potrebbe infatti pensare di affidare ad un artista noto il compito di ideare un motivo ed ai ragazzi di occuparsi invece delle piastrelle in ceramica, così come, qualche anno addietro, hanno realizzato le targhe di toponomastica.

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