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Cinghiali, è allarme peste suina africana. Si coinvolge l’ENCI per la formazione di operatori con cani da detection, addestrati al rilevamento delle carcasse

Con riferimento alle attività dell’ENCI in materia di Peste Suina Africana (PSA), grazie al coordinamento del Servizio di Vigilanza Faunistica della Provincia di Alessandria, due unità formate nell’ambito del progetto “Utilizzo di unità cinofile addestrate al rilevamento delle carcasse di cinghiale come strumento di prevenzione e controllo della PSA” sono in questi giorni intervenute per affiancare le squadre di monitoraggio del territorio. Il progetto, promosso da ENCI già nel 2019 con il patrocinio di ISPRA, LEGAMBIENTE, SIEF (Società Italiana di Ecopatologia della Fauna) e Università Federico II di Napoli (Dip. di Medicina Veterinaria), trova oggi utile ed efficacie attuazione.

Un’unità cinofila di ENCI

Nell’area infetta, il numero e la tempistica delle carcasse rilevate è l’unico strumento disponibile per seguire tutto il processo di diffusione, compresa l’individuazione delle diverse fasi dell’evoluzione dell’infezione. In condizioni di monitoraggio difficili, come nel caso degli ambienti abitualmente frequentati dai cinghiali (esempio il fitto sottobosco), l’utilizzo di cani addestrati al rilevamento degli odori target può supportare le squadre di ricerca e migliorare notevolmente l’efficienza del rilevamento.

“La PSA non è trasmissibile agli esseri umani – spiega il Presidente Dino Muto – ma ha un potenziale di diffusione enorme, in quanto malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Un’eventuale epidemia di PSA sul territorio italiano potrebbe ripercuotersi pesantemente sia sul comparto produttivo suinicolo che sulle attività antropiche, conseguentemente alla definizione delle aree di restrizione dove vengono vietate le attività di campo. Questo il motivo per il quale l’ENCI ha da tempo progettato l’utilizzo di unità cinofile addestrate allo scopo e ha da subito agito, sin dai primi casi di PSA, con attenzione e prudenza circa le ratifiche della prove a calendario”.

Considerata la preoccupazione sulla possibile diffusione del virus in altre zone d’Italia, alcune Regioni in questi giorni hanno chiesto la collaborazione di ENCI per la formazione di operatori con cani da detection, addestrati al rilevamento delle carcasse di cinghiale.