Mamma Santa continua a chiedere giustizia per sua figlia
Lei era la mia bambina
Valeria Ruggiero era l’ultima di tre sorelle, nata a dieci anni di distanza dalla precedente.
Sono trascorsi sette lunghi anni dalla sua tragica dipartita e mamma Santa non se ne dà pace: «Valeria, mamma non si ferma: voglio giustizia – “grida” straziata dal dolore impartito dal vuoto incolmabile lasciato dalla scomparsa della sua Valeria – solo così sarò più serena e anche tu in quella dimensione chiamata paradiso. Sono 7 anni da quel tragico giorno – dichiara alla nostra redazione di “The Monopoli Times” – Mi manchi sempre, ti ritrovo nei giovani della tua età».
Ad oggi, nessuno avrebbe pagato per l’accaduto nonostante sia stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi di reclusione l’uomo – Guido Terzulli – imputato per la morte (avvenuta nella notte del 9 maggio 2014 in circostanze da chiarire) della minore – all’epoca dei fatti diciassettenne – che fu ritrovata esanime nel suo appartamento (che divideva con l’anziana madre), ubicato in via Cesare Caverni a Prati, in cui l’avrebbe portata dopo averla incontrata alla Stazione Termini, dove la ragazza si trovava dopo essersi allontanata dalla comunità “Il Ponte” di Civitavecchia in cui era ricoverata per disintossicarsi dall’uso di sostanze stupefacenti.
Quel 9 maggio di sette anni fa, Valeria era deceduta per un’overdose, ma sua madre non ne era ancora venuta a conoscenza: «io non sapevo che era morta» fa sapere la signora Pertosa; la salma di sua figlia si trovava all’obitorio del “Gemelli”, tra i cadaveri non identificati: «Aveva la medaglia della comunità “Il Ponte” al collo».