La pandemia da COVID-19 e le misure restrittive per il contenimento dell’infezione, l’isolamento sociale, la chiusure delle scuole, dei centri sportivi e ricreativi, hanno trasformato la vita dei bambini e adolescenti, e ancora per qualche tempo continuerà a essere necessario un cambiamento di abitudini, ritmi e assetti di vita. L’assenza di attività scolastiche, ricreative, ludiche e sportive ha costretto alla permanenza forzata in casa di migliaia di ragazzi e ragazze, con ripercussioni preoccupanti per la salute psicologica dei giovani e non solo.
Diversi studi e ricerche a livello internazionale si sono occupati di valutare le conseguenze dell’isolamento forzato su questi ragazzi.
Uno studio cinese (Xinyan Xie et al, 2020) effettuato mei primi 4 mesi dello scorso anno a Wuhan, provincia di Hubei – epicentro della pandemia – ha rilevato l’aumento rispettivamente di sintomi depressivi nel 22% e di sintomi ansiosi nel 18.9% dei partecipanti, studenti di scuola primaria e secondaria, a seguito dell’interruzione della frequenza scolastica, delle attività all’aperto e delle occasioni di contatto sociale coi coetanei, evidenziando la “potenza traumatica” di una emergenza sanitaria.
Un recente report (RAISING CANADA 2020), realizzato da una ONG, dal dipartimento di sanità pubblica dell’università di Calgary e dall’istituto di ricerca dell’ospedale pediatrico di Alberta, raccoglie e sistematizza i risultati di varie survey canadesi degli ultimi due anni: il 57% dei giovani di età compresa tra 15 e 17 anni ha valutato la propria salute mentale come “leggermente peggiore” o “molto peggiore” rispetto al periodo precedente il distanziamento sociale, mentre i giovani tra 17-24 anni valutano la loro salute mentale come “eccellente” o “molto buona” nella misura del 20% in meno rispetto al 2018; il 70% dei ragazzi di 10-17 anni riferiscono di sentirsi “soprattutto e intensamente” annoiati e soli. Il report indaga anche le ripercussioni educative, assistenziali, sociali ed economiche sui bambini e i ragazzi del peggioramento delle condizioni lavorative e abitative familiari, che vanno nella prevedibile direzione di rinforzare le disuguaglianze.
In Scozia, una survey nazionale – i cui risultati sono stati presentati in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre 2020) – ha rilevato che il 32% dei genitori coinvolti definiva la salute mentale dei propri figli come “la peggiore in assoluto” in confronto al passato; il 55% segnalava un peggioramento nei figli del livello educativo e motivazionale verso lo studio; e il 37% dichiarava un aumento di segnali di sofferenza psichica a causa delle elevata pressione e responsabilità rispetto alla gestione dei figli.
In Italia, il Recente Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla promozione della salute mentale infantile in tempo di covid-19 (ISS, 2020) ha raccolto le evidenze scientifiche sul tema e si evince chiaramente l’esistenza di un rischio per la salute fisica e mentale per alcune fasce di popolazione, tra cui bambini e adolescenti (non necessariamente affetti da pre-esistenti difficoltà adattive), dovuti a fattori stressogeni quali l’isolamento in ambiente domestico, la chiusura prolungata della scuola, la mancanza di contatti fisici tra pari.
Dall’analisi dei dati preliminari relativi alle famiglie italiane con figli minori di 18 anni a carico (3.251 questionari), pubblicati a giugno 2020, è emerso che:
- nel 65% e nel 71% dei bambini con età rispettivamente minore o maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione;
- nei bambini al di sotto dei 6 anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione);
- nei bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni i disturbi più frequenti hanno interessato la “componente somatica” (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa).
L’indagine ha inoltre rilevato:
- una correlazione statisticamente significativa tra il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini/ragazzi e il grado di malessere “circostanziale” dei genitori: all’aumentare di sintomi o comportamenti derivanti dalla condizione stressogena “Covid” nei genitori (disturbi d’ansia, dell’umore, disturbi del sonno, consumo di farmaci ansiolitici e ipnotici), aumentavano i disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti, indipendentemente dalla pregressa presenza di disturbi psichici nei genitori;
- un aumento di malessere psichico dei genitori legato alla “condizione Covid” significativamente più frequente e intenso nelle famiglie al cui interno erano presenti sia persone anziane sia bambini.
I dati evidenziano chiaramente come la situazione di isolamento abbia determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni significative a livello di salute fisica e psichica di genitori e figli.
Per far luce su questa tematica e valutare nuove prospettive di crescita, abbiamo chiesto alla dott.ssa Angela Mastrandrea e alla dott.ssa Mariagrazia Mingolla, Psicologhe Psicoterapeute cosa consigliano agli adolescenti e alle famiglie per affrontare efficacemente questo lungo periodo di isolamento. Di seguito, alcune raccomandazioni e strategie utili e funzionali per poter intervenire in modo mirato al fine di garantire un sano sviluppo psichico in età evolutiva.
- Non trascorrere molto tempo, a volte intere giornate, a seguire le notizie sul coronavirus. Spesso le informazioni ricavate da alcuni siti sono false e generano ulteriore ansia.
- Mantenere la socialità attraverso ad esempio videochiamate. Una delle conseguenze più gravi del contagio è che crea distanza e solitudine: non solo a causa delle restrizioni, ma anche per l’atteggiamento diffidente e scostante che rischiamo di dimostrare o sviluppare verso le poche persone che incontriamo nelle rare e inderogabili uscite. Anziché con i messaggi sul cellulare, le mail o i social network, è meglio comunicare attraverso le video chiamate o, non potendo, attraverso messaggi vocali. Come stanno già facendo in molti, organizzate dei giochi, fate merenda insieme su Skype, su Google Meet o WhatsApp con i vostri amici e parenti, è un modo per sentirsi meno soli, meno estraniati e per cercare di mantenere la normalità.
- Fare attività fisica, fondamentale per stare bene anche psicologicamente e ha una potente funzione antidepressiva, ma è una delle cose più difficili da fare, soprattutto per chi vive in una casa piccola, non ha un giardino, un terrazzo e degli attrezzi a casa. Le attuali restrizioni non proibiscono l’attività fisica all’aperto a patto che si mantengano le distanze, ma fare una corsa in città potrebbe diventare sempre più complicato: molti parchi cittadini sono stati o saranno chiusi, anche per evitare che metà città si ritrovi a correre per sfogarsi, e farlo da soli in una città deserta potrebbe non mettere a proprio agio molti.Tra le cose che potete fare: mettervi d’accordo con degli amici e fare insieme yoga, pilates, saltare alla corda o seguire dei tutorial online . Un’altra idea è fare dell’attività a giorni fissi, come se andaste in palestra e impegnandovi a rispettarli. Una cosa che consigliano in molti è ballare, che aiuta a scaricare la tensione divertendovi. Per finire, anche se non potete uscire affacciatevi all’aria aperta più volte durante la giornata, che sia al balcone o anche solo aprendo le finestre.
- Cercare di mantenere la normalità e seguite una routine. Riprodurre la routine che si aveva prima delle restrizioni o di reinventarne una nuova: è importante non trasformare il tempo dell’isolamento in un tempo indefinito e disordinato. Svegliatevi, lavatevi e vestitevi: non restate in pigiama ma indossate gli abiti che avreste indossato per uscire. Fa bene a voi ed è rispettoso per le persone che vi stanno vicino, se non siete da soli.
- Fare le cose che rimandate sempre o impararne di nuove. Può sembrare superficiale consigliare di considerare questo tempo come un’opportunità ma – se non si hanno situazioni strettamente difficili da gestire – è uno dei modi migliori di viverlo. Fate una lista delle cose che avete sempre voluto (o dovuto) fare e che continuate a rimandare e fatele, che si tratti dei lavoretti in casa o in giardino, cucinare un piatto nuovo, imparare a suonare uno strumento, leggere un libro lungo, telefonare a parenti lontani, ricominciare a fare cose che vi piacevano e che non fate più.
Dott.ssa Angela Mastrandrea
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Specialista in Neuropsicologia
Ambulatorio di Psicologia clinica, Psicoterapia e Neuropsicologia
Studio Medico Specialistico San Giuseppe Moscati
Via Arenazza, 79/A – Monopoli (Ba)
Dott.ssa Mariagrazia Mingolla
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Specialista in Neuropsicologia
Via Regina Elena, 1 – San Vito dei Normanni (Br)