Veronica Pellicano e il suo “POMO D’ORO”

In libreria, il romanzo dell’autrice monopolitana

È intitolato “POMO D’ORO” (2021, edito da Planet Book) il romanzo dell’autrice monopolitana Veronica Pellicano, nato dall’ispirazione dettata da un reportage pubblicato sul settimanale tedesco “Die Zeit” e, poi riproposto anche dall’Internazionale, in cui si narravano le peripezie di un ragazzo ghanese, figlio di piccoli imprenditori nel campo delle conserve di pomodoro (alimento centrale della cucina tipica ghanese).

«L´impresa di famiglia era andata in fallimento dopo che il mercato alimentare di alcuni stati dell´Africa occidentale era stato invaso da prodotti agricoli europei a basso costo, in seguito all´eliminazione di alcune tasse attuata dalla Comunità Europea su pomodori e altri ortaggi – spiega l’autrice in un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra redazione di “The Monopoli Times” – Dal Ghana il ragazzo ha dunque intrapreso il viaggio avventuroso e pericoloso alla volta dell´Europa per poi disgraziatamente finire sui campi pugliesi a raccogliere, per ironia della sorte, pomodori (alloggiato nel famigerato ghetto di Rignano Garganico».

«Questo reportage – racconta la Pellicano – risale ad alcuni anni fa e mi aveva talmente indignata da spingermi a scriverne a riguardo. La molla della creatività mi ha spinta a fare delle ricerche in questa direzione ed è definitivamente scattata in seguito alle ondate migratorie più recenti. La mia memoria le ha messe a confronto con quelle dall´Albania avvenute nei primi anni ´90. Ricordo ancora la gente di Monopoli che andava al porto a portare cibo e vestiti, tutti commossi da tanta disperazione e pronti ad aiutare. Che cosa ci ha imbruttiti tanto da non sapere più accogliere? Perché non siamo più in grado di mostrare solidarietà con il prossimo in difficoltà? Queste, alcune delle domande che mi sono posta durante la stesura. Per amore del vero sono riuscita ad intervistare alcune persone di origine albanese che erano arrivate in Puglia in quegli anni».

Tra le vicende narrate, «la storia di Kofi e quella di Lorenc, nel secondo capitolo, sono vere – precisa la scrittrice – Tutto quello che ci ho ricamato su è fantasia narrativa».

Chiaro, il messaggio di riflessione che si intende lanciare attraverso le 234 pagine che compongono il libro: «Al lettore – fa sapere la monopolitana – desidero ricordare che il mondo in cui viviamo è uno ed è di tutti. I confini nazionali sono un’invenzione umana e artificiale. Non dovremmo neanche stare a discutere di porti aperti o porti chiusi, americani e italiani prima e africani per ultimi. Se poi qualcuno invoca di “aiutarli a casa loro” e l’Unione Europea abbatte i dazi di esportazione dei prodotti agricoli europei verso l´Africa, vuol dire che neanche la dialettica funziona più. Se vogliamo, il succo del tutto sta in una domanda/affermazione di Samira: “Ci siamo dimenticati di essere umani”».

IL LIBRO

“Qui tutto gira intorno al pomodoro. Ma mi sa che questo lo hai capito già” disse Vincenzo a Kofi. Ed è assolutamente vero. Il ragazzo ghanese è appena uscito dal cofano dell´auto di una sconosciuta in cui si è nascosto per sfuggire al suo caporale, allo sfruttamento e alla prigionia. Kofi ha dovuto lasciare il suo paese vicino a Elmina, sulla costa occidentale del Ghana, perché la piccola impresa di famiglia per la lavorazione dei pomodori è fallita in seguito all´invasione dei pomodori europei del mercato di alcuni paesi dell´Africa Occidentale. Kofi parte per l´Europa ma la sua strada, invece di volgere come stabilito verso Milano e l´Università, lo porta, per ironia della sorte, a Rignano Garganico. Qui il suo destino ha la fortuna di incrociare quello di Fiammetta e del suo squinternato gruppo di familiari e amici. La storia dell´accoglienza e dell´integrazione possibili incrocia quella dell´accoglienza e dell´integrazione osteggiate, sul filo del paragone tra l´immigrazione albanese degli anni ´90 e quella più recente. I ritmi africani si fondono con l´opera contemporanea, la cucina pugliese è anche fusion albanese, il suono dell´oceano che filtra attraverso le foglie delle palme sulle spiagge del Ghana ha lo stesso profumo della voce del mare che bagna Puglia e Albania. E poi, tra una poesia dal gusto mediterraneo, una leggenda africana e un detto albanese, la subitanea, globale epifania: in fondo, basta così poco per essere felici.

L’AUTRICE

Nata a Monopoli, in provincia di Bari, Veronica Pellicano studia Lingue e Letterature Straniere a Urbino. Vive a Berlino con un tipo in gamba, tre figlie e una gatta di nome Frau Fritz.

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