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VIDEO/FOTO – Festa Patronale 2019, rievocata la venuta della Madonna della Madia

Favale ha emulato le gesta del Vescovo Romualdo


Festa Patronale 2019, l’intronizzazione dell’icona della Madonna della Madia in Largo Plebiscito


I solenni festeggiamenti cittadini estivi in onore della Madonna della Madia sono culminati, questa sera, al termine della celebrazione eucaristica in Cattedrale con la Veglia di Preghiera presieduta dal Vescovo della Diocesi di Conversano-Monopoli Mons. Giuseppe Favale a Cala Batteria, durante la quale è stato rievocato il prodigioso approdo della Protettrice della città di Monopoli sotto il suggestivo spettacolo pirotecnico della Ditta Pirotecnica Chiarappa di San Severo e la suggestiva scenografia offerta dai sub.

LA MESSA IN CATTEDRALE

Sentita, la partecipazione alla santa messa delle 19, celebrata dal Vescovo Favale in Cattedrale, che ha preceduto la tradizionale rievocazione della venuta della Madonna della Madia.

Autorità civili (tra i Sindaci del circondario, presente il Primo Cittadino di Lyss Andreas Hegg) e militari si sono dati appuntamento sul sagrato.

Trepidante, l’attesa a Cala Batteria.

Migliaia, i fedeli accorsi per assistere all’evento: straordinari i fuochi d’artificio che hanno tenuto tutti col naso all’insù e memorabile la cornice creata con i fumogeni rossi dai sub.

Così, Favale è tornato ad emulare le gesta del Vescovo Romualdo.

Dopo tre andirivieni (a rievocare le tre volte in cui, come da leggenda, la Madonna andò in sogno per annunciare il suo arrivo al sacrestano Mercurio prima che egli si recasse al Porto per constatarlo di persona vista l’incredulità del Vescovo), la zattera si è avvicinata allo scalo di alaggio per consentire al Pastore della nostra Diocesi accompagnato dal rettore della Basilica Cattedrale “Maria SS.ma della Madia” don Peppino Cito di prendere il quadro (una fedele riproduzione di quello originale) raffigurante la Madonna della Madia e mostrarlo ai fedeli festanti.

Dopo un ultimo momento di preghiera, la sacra icona intronizzata è stata portata in processione solenne verso la Cattedrale.

SULLA MADONNA DELLA MADIA

La sua prodigiosa venuta risale infatti al 1117, anno in cui si stava provvedendo ad ultimare la costruzione dell’antica cattedrale romanica, iniziata nel 1107 proprio per volere del Vescovo Romualdo su un’area considerata sacra da circa 4.500 anni per la presenza di un cimitero cristiano alto-medievale costituito da diverse tombe risalenti al VII-IX secolo d.C. e, di una necropoli pagana costituita da due tombe messapiche del V-IV secolo a.C., una a camera ed un’altra a semicamera, all’interno della quale – durante i lavori di scavo nei locali adibiti a cinema e oratorio effettuati nel 1986 grazie ad un cospicuo finanziamento – fu ritrovata una rara “trozzella” in bronzo, vaso messapico utilizzato per attingere l’acqua dai pozzi e su cui, oltretutto, avvenne la costruzione di un tempio pagano dedicato a Maia ed al figlio Ermes ovvero Mercurio.

La leggenda narra che la Madonna, sfuggita alla lotta iconoclasta, affidata al mare, dall’Oriente sia giunta al Porto di Monopoli nella notte del 16 dicembre 1117, annunciandosi invano al Vescovo Romualdo attraverso i sogni (per ben tre volte) del sacrestano Mercurio, solito ad alzare un po’ il gomito. La zattera, dalla forma di un tavoliere spagnolo chiamato “almadìa”, servì a dare il nome di Madonna della Madia, ma non solo: le 33 travi di pino d’aleppo che la componevano (ancor’oggi custodite in Cattedrale nell’omonima Cappella) servirono per completare il tetto dell’allora costruenda cattedrale romanica.

La Madonna della Madia, dipinta su tavola, è un’icona bizantina definita “Odegitria”: la Madonna dagli occhi grandi e misericordiosi, che sembrano guardare lo spettatore ovunque egli si trovi a contemplarla, indica la via della Salvezza ovvero il Bambino (Gesù Cristo) seduto quasi come su di un trono sul suo braccio sinistro, vestito con abiti regali essendo il Re dei Giudei e raffigurato con sembianze adulte perché consapevole della missione affidatagli: salvare l’umanità.

Il quadro originale è intronizzato sul Cappellone sopraelevato (una rara particolarità) della Basilica Cattedrale a Lei dedicata, costruita in stile barocco tra il 1742 ed il 1772 dai maestri muratori Michele Colangiuli di Acquaviva e Pietro Magarelli di Molfetta; l’unica Cappella interamente realizzata con veri marmi policromi.