Convegno a Monopoli per affrontare l’argomento
Se n’è parlato tanto, ma se ne continua a parlare ancor ‘oggi di emergenza Xylella, il male che sta affliggendo gli ulivi pugliesi.
Un fenomeno che dal Salento continua ad avanzare inesorabilmente sino a noi. Proprio per questo, il 4 dicembre scorso, il salone parrocchiale “Don Pasquale Topputi” della Chiesa del Carmine di Monopoli ha ospitato un convegno sulla Xylella in Puglia, moderato dal prof. Stefano Carbonara che, proprio in una pubblicazione, ha offerto un ampio approfondimento sull’argomento.
È ormai risaputo che il batterio della Xylella Fastidiosa, diffuso dalla “Sputacchina” proveniente dal Costa Rica (responsabile di infettare anche altre piante, come illustrato dal vivaista Leonardo Capitanio) provochi il disseccamento rapido dell’ulivo.
Quello che però non è conosciuto a tutti è che “l’unica cosa che si può fare è eliminare le erbe nel momento in cui si riproduce la Sputacchina ovvero marzo, aprile e maggio grosso modo”.
Nonostante non si possa curare una pianta infetta, come sottolineato da Giovanni Martelli (Professore Emerito di Microbiologia Università / Bari e Direttore Centro Studio CNR sul Virus / Bari), è possibile agire sulla pianta infettata prima che sia troppo tardi: “ci sono altre pianti ospiti, sappiamo come si diffonde, conosciamo il vettore che può arrivare a 100-120 metri e, addirittura a 400 metri se la diffusione avviene per trasporto passivo di vettori infettivi dalle zone infette alle altre aree distanti anche decine di chilometri come il caso di Rosa Marina, Oria, dove è avvenuta la comparsa di focolai improvvisi che lascia sospettare che si tratti di trasporto passivo ovvero una delle vie più subdole e pericolose”.
Cosa si può fare allora: “lotta al vettore che si muove solo attraverso la Sputacchina; diserbo per eliminare forme giovanili che vivono sulle erbacce e, in primavera inoltrata intervenire sull’olivo dove si sono spostati. Tutto ciò servirà se non a fermare, quantomeno a rallentare moltissimo l’avanzamento della malattia in attesa di trovare rimedi su piante infette. Un altro rimedio è tuttavia quello di utilizzare piante resistenti”.
Ad invitare ad essere responsabili ed a condividere insieme un percorso è stato invece Mauro Giuseppe Ferro (Membro Accademia dei Georgofili, già Direttore Dipartimento Agricoltura / Regione Puglia).
D’altronde, come affermato da Gianni Cantele (Presidente Coldiretti / Puglia): “siamo qui affinché se la Xylella debba arrivare possa farlo il più tardi possibile”.
Ed ecco qui l’appello di Michele Lacenere (Presidente Confagricoltura / Bari) all’azione del mondo agricolo alla Xylella, un problema che si sta affrontando, come ha spiegato più approfonditamente Gianluca Nardone (Direttore Dipartimento Agricoltura / Regione Puglia), con una fascia di contenimento di 20 km ed una fascia cuscinetto di 10 km: “da Ostuni a nord scendendo giù fino ad Oria… che va dall’Adriatico allo Ionio… per un’area di circa 160 mila ettari”. Oltre al monitoraggio (effettuato sino ad Andria), è importante l’attività di contenimento che: “per essere efficiente ed efficace, è necessario che la pianta malata sia eliminata. Prima la eliminiamo e più probabile è che non possa trasmettere tramite vettore a piante vicine”. A questo, però, ha aggiunto Nardone: “la legislazione nazionale non è pronta”.