Convegno sulla Xylella in Puglia

Il 4 dicembre 2017 alle ore 18 presso il salone parrocchiale “Don Pasquale Topputi” della Chiesa del Carmine

Convegno sulla “Xylella in Puglia – Il dramma, i fatti, le responsabilità, le risposte del mondo scientifico”, il 4 dicembre 2017 alle ore 18 presso il salone parrocchiale “Don Pasquale Topputi” della Chiesa del Carmine.

Per l’occasione, interverranno Giovanni Martelli (Professore Emerito di Microbiologia Università / Bari e Direttore Centro Studio CNR sul Virus / Bari), Mauro Giuseppe Ferro (Membro Accademia dei Georgofili, già Direttore Dipartimento Agricoltura / Regione Puglia), Gianluca Nardone (Direttore Dipartimento Agricoltura / Regione Puglia), Michele Lacenere (Presidente Confagricoltura / Bari), Gianni Cantele (Presidente Coldiretti / Puglia) e Leonardo Capitanio (Vivai Capitanio e Giardino Botanico Lama degli Ulivi / Monopoli).

L’incontro sarà moderato da Stefano Carbonara, autore del libro “Xylella in Puglia”.

 

XYLELLA IN PUGLIA 

Assomiglia alla trombosi nell’uomo, per l’occlusione dei vasi sanguigni e il blocco della circolazione, ma, a differenza di quella, è sempre mortale.

Stiamo parlando dell’infezione prodotta nell’ulivo dalla Xylella, un batterio che vive e si moltiplica nei vasi conduttori del legno, bloccando il passaggio della linfa grezza ( acqua e sali minerali) dalle radici alle foglie.

Privata del nutrimento la pianta ha il destino segnato.

Un vero e proprio flagello che passa da ulivo ad ulivo a causa di un piccolo insetto, la “sputacchina ”.

In pochi anni, dal lembo più meridionale della Puglia, Alezio, Gallipoli e dintorni, la malattia si è diffusa rapidamente verso nord nell’intera provincia di Lecce, quindi nel Brindisino, con i focolai di Oria e quelli più recenti di Ostuni, Ceglie Messapica e Cisternino, alle porte della provincia di Bari.

L’intero paesaggio pugliese con i suoi 60 milioni di ulivi, di cui 17 milioni secolari, è gravemente minacciato.

Ad oggi l’infezione interessa una superficie di migliaia di ettari, oltre 10 milioni di piante presentano forti sintomi di disseccamento e sono destinate a morire, oltre 2 milioni di ulivi sono già completamente secchi e morti.

I danni ammontano ad oltre 1 miliardo di euro.

I primi segni di sofferenza negli ulivi sarebbero stati osservati intorno al 2009.

Solo nel 2013 si è riusciti a identificare la causa nel batterio Xylella fastidiosa ( Wells, Raju e altri) sottospecie pauca.

Il batterio, già presente in altre parti del Mondo, in particolare nel continente americano, fa la sua comparsa per la prima volta in Europa nel Salento con lo stesso ceppo presente in Costa Rica.

A poter essere infettate, oltre l’ulivo, molte altre specie vegetali, come mandorlo, ciliegio, oleandro, ginestra, asparago, molto diffusi nel territorio pugliese, nelle aree coltivate e in quelle abbandonate, lungo le strade e nella stessa macchia mediterranea.

I rimedi sono problematici e complessi.

Nel caso di infezioni batteriche su uomini e animali si fa ricorso agli antibiotici, il cui uso è invece vietato in agricoltura.

E’ necessario ricorrere a metodi che impediscano la diffusione, agendo sul vettore, in questo caso appunto la “sputacchina”, il Philaenus spumarius.

Si tratta di un piccolo insetto che compie i suoi iniziali stadi vitali sulle erbe verdi, infestanti e non, presenti nei campi coltivati e non, principalmente nel periodo primaverile.

Nello stadio adulto è in grado di pungere gli ulivi fino a succhiarne la linfa, compresi i batteri in essa contenuti, che vengono poi inoculati nelle altre piante su cui l’insetto va ad alimentarsi.

Sul come combattere questo insetto si consumano i tempi e le polemiche, tra difensori e nemici della natura, tra ambientalisti e avvelenatori, tra i sostenitori delle cure biologiche e quelli delle cure chimiche, tra politici, tecnici, esperti, cittadini schierati in fazioni contrapposte.

La Storia della “questione Xylella” in Puglia, ricostruita nella presente pubblicazione, è complicata, irta di ostacoli, avviluppata in pastoie burocratiche e strumentalizzazioni politiche, oggetto di ricorsi e decisioni in aule giudiziarie, contrassegnata da manifestazioni di protesta di cittadini e associazioni, legittime negli intenti di tutela dei nostri ulivi, inefficaci sull’obiettivo di salvarli concretamente.

Dopo una prima fase di analisi, una volta accertata la causa, gli Organismi di controllo fitosanitari europei, nazionali e regionali indicano le misure e i metodi per arginare l’infezione.

La Comunità Europea, sulla base degli studi del mondo scientifico internazionale, interviene con diverse Decisioni in cui sono prescritte severe misure di contrasto, come gli abbattimenti delle piante infette e di quelle presenti entro i 100 metri di raggio, la lotta all’insetto vettore con diserbi chimici e biologici, l’impiego di cure colturali adeguate con lavorazioni, arature, potature, irrigazioni e concimazioni e infine piani di monitoraggio e controllo della malattia.

Il Governo italiano recepisce tali Decisioni, dichiarando lo Stato di Emergenza.

Segue l’Ordinanza della Protezione Civile di nomina di Giuseppe Silletti a Commissario Delegato per la Xylella in Puglia.

Il Piano di Interventi predisposto dal Commissario, nel rispetto delle direttive europee e nazionali, parte inizialmente bene, ma ben presto incontra ostacoli per l’opposizione agli abbattimenti degli olivicoltori e degli ambientalisti.

Nonostante la Corte di Giustizia Europea approvi la Decisione della Commissione Europea, le Associazioni per la difesa degli ulivi del Salento e alcune di categoria si schierano tenacemente a difesa del mantenimento delle piante, con il sostegno di partiti e rappresentanti politici alle prese con le elezioni regionali del maggio 2015.

Le associazioni della Coldiretti, Cia e Confagricoltura ritengono, invece, valide le indicazioni provenienti dall’Europa e dal mondo scientifico.

La questione si sposta nelle aule giudiziarie tra Tribunali locali, TAR e Corte di Giustizia Europea, fino ad approdare a una sentenza della Procura di Lecce di rinvio a giudizio dello stesso Commissario e di nove operatori per reati di “diffusione della malattia” e “deturpamento delle bellezze naturali”.

Da qui le dimissioni di Silletti e il fermo del Piano di Interventi contro la Xylella.

La Regione Puglia, aderendo a sollecitazioni e interessi particolaristici, in contrasto con le direttive europee e nazionali, approva disposizioni in cui si attenuano le misure in atto, stabilendo il divieto di abbattimento degli ulivi nelle fasce di contenimento.

Dopo una seconda Sentenza della Corte di Giustizia Europea, la Commissione Europea avvia le procedure di infrazione a carico dell’Italia per ritardi nell’applicazione delle misure previste.

La Regione Puglia inizia a rivedere le sue posizioni, ma aspetta la fine del 2016 per approvare norme che recepiscono solo in parte quanto richiesto dall’Europa.

Intanto la Xylella prosegue nel cammino, si estende in modo progressivo, avanzando verso nord di decine di Km fino ad arrivare a Oria e Ostuni.

Anche gli olivicoltori, davanti al celere e devastante procedere della malattia, sembrano convincersi della necessità di adottare misure severe e alcune Associazioni di categoria  (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) sfilano con i trattori per chiederne l’osservanza, contestando l’operato degli organi regionali.

Il TAR del Lazio e quello di Lecce, il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale si pronunciano sulle misure e sulle procedure di lotta con un chiaro parere di legittimità degli abbattimenti.

Il Rapporto della Commissione Europea del maggio 2017 rinnova le accuse all’Italia e alla Regione Puglia sulla mancata applicazione delle misure previste, annunciando gravi sanzioni a loro carico.

Viene avviato un organico e intenso monitoraggio della malattia sull’intero territorio pugliese.

Soltanto nel settembre 2017 il Consiglio Regionale Pugliese, rivedendo completamente i suoi orientamenti, rettifica la legge sulla Batteriosi da Xylella con una “interpretazione autentica “ delle precedenti norme, in cui vengono recepite le drastiche direttive europee, escluso l’espianto degli ulivi monumentali sani.

Intanto nuovi focolai di infezione sono accertati nei comuni di Cisternino, Ceglie Messapica e ancora Ostuni.

L’odierna situazione dell’olivicoltura interessata dalla Xylella è drammatica: aree infette sempre più ampie, oliveti secchi e abbandonati, ulivi morti, produzioni olivicole crollate, aziende e produttori agricoli in grave crisi, frantoi che chiudono, aziende vivaistiche, attività produttive e commerciali in stato di difficoltà.

(continua nella pubblicazione)…

                                                                                                                      Stefano Carbonara

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