Co-Housing, necessaria una variante urbanistica a Monopoli?

 


Il nostro affezionato lettore Franco Muolo pone un’attenta riflessione sul co-housing. Considerato il fatto che l’Amministrazione Comunale promuove questo nuovo modo di abitare, sarebbe il caso di valutare una variante urbanistica?

Gentile Direttore, il nuovo modo di abitare assieme, altrimenti detto dagli anglosassoni Co-Housing Sostenibile (abitare condiviso), in via di benemerita sponsorizzazione da parte della nostra civica amministrazione, meriterebbe un approfondimento d’approccio con il tessuto urbanistico che viviamo, e molta attenzione nella sua eventuale prossima attuazione. Ben venga questo nuovo modello abitativo, laddove si condividono spazi in comunione assumendo tutti insieme gestione e manutenzione degli stessi (un centro residenziale simile è stato realizzato alla periferia di Trento dall’archistar Renzo Piano). Naturalmente questa nuova maniera di vivere in società qui a Monopoli dovrebbe, secondo me, fare i conti in particolare con l’esistente diversa tessitura urbana che fino a oggi é sortita (e molte volte imposta diversamente da varianti, diciamo, in corso d’opera) dall’attuazione non proprio consona con tale modo di vivere imposta dagli ultimi strumenti urbanistici. Voglio dire che potrebbe adottarsi in aree periferiche e in quelle extraurbane ancora libere, ma mai e poi mai nel nostro vecchio abitato, né nel centro storico murattiano e neanche nelle sue immediate vicinanze. C’è da dire che già all’interno degli isolati del centro ottocentesco vi erano spazi comuni, ma fino a un certo punto erano gestiti in comunione. Perciò, per incrementare questa nuova maniera di abitare assieme bisognerebbe subito effettuare una variante urbanistica generale, alfine di concretizzare veramente questo nuovo, moderno e meno sprecone civile del buon vivere. Franco Muolo

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