Questa settimana, il nostro affezionato lettore Franco Muolo pone l’accento sulle Città Metropolitane. Qual è il loro ruolo? Quali, le loro funzioni?
Che la Città Metropolitana sia un mistero (argomento brillantemente trattato da Michele Mirabella, Gazzetta di domenica 23 ottobre), secondo me, è presto detto: si sa che fu promesso da Parlamentari vicini e lontani, con grande convinzione, che le Province dovevano essere eliminate per risparmiare quattrini. Invece non sono state eliminate per niente. Anzi, per complicare ancora di più la loro decennale e, tutto sommato, tranquilla amministrazione, in riferimento ai semplici e fattivi rapporti che intercorrevano tra Sindaci, Assessori e con tutti gli apparati burocratici dei Comuni di appartenenza, si è pensato di “agglomerare” intorno a una quindicina di, più o meno, grandi città-capoluogo formando altrettante megalopoli con la dicitura di Città Metropolitane, fermo restando tutte le altre Province più piccole. Dove si è risparmiato nessuno lo sa, o nessuno lo dice!Sappiamo anche che dalla loro nascita sono passati già due anni e non funziona assolutamente niente come prima, dalle manutenzioni delle reti stradali a quelle delle scuole di loro competenza, dai servizi sociali, alla sistemazione o al trasferimento del personale ecc… ecc…, senza contare la confusione che si potrebbe determinare nei rapporti tra il Sindaco Metropolitano “superiore” con ognuno dei Sindaci “inferiori” del loro circondario, quando il primo dovesse venir chiamato ad altri gravosi compiti istituzionali e si presenti la necessità della delega a rappresentarlo (ricorre il caso di Antonio Decaro, Sindaco Metropolitano di Bari che é stato recentemente nominato Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni d’Italia).Mi domando: dove sta il trucco? Si voleva eliminare le Province per accorpare ai Comuni le loro funzioni per risparmiare solo le spese di Presidenti e Consiglieri provinciali? Oppure si è voluto potenziare il potere della politica inventando appunto le Cittá Metropolitane, ponendole in chiave concorrenziale con le giá “franose” attività delle Regioni? È il caso di ricordare la famosa frase di Seneca: Cui prodest haec turpis lis inter principes civitatis?Franco Muolo