Il mistero dell’origine del nome della Madonna della Madia

13912891_279635415737238_9125045460558880773_nRiflessione ad alta voce del prof. Domenico Morgante

Ad oggi, a distanza di quasi 900 anni, l’origine del nome della Madonna della Madia resta ancora avvolto nel mistero.

Tra le varie tesi, si annovera quella che derivi dal termine almadia, ma quest’accezione non sembrerebbe convincere il professor Domenico Morgante che, oggi pomeriggio, sulla propria bacheca Facebook si è abbandonato ad una riflessione ad “alta voce” a pochi giorni dalla tradizionale rievocazione del miracoloso approdo della Protettrice della Città di Monopoli.

Agosto: per Monopoli mese mariano per eccellenza; per cui gli articoli e le riflessioni sull’icona medievale custodita nella Cattedrale monopolitana proliferano come ogni anno. Leggo sempre tutto con molta attenzione ed interesse; per questo mi sento quasi in dovere di fare, come suol dirsi, una riflessione ad alta voce.
Ho più che fondato motivo di ritenere che la tesi secondo cui l’espressione “della Madia” derivi dal termine spagnolo “almadía” (attenzione agli accenti…) sia ormai da abbandonare, poiché se vi è una corrispondenza di tipo semantico tra i due termini, non vi è l’imprescindibile corrispondenza anche sul piano fonetico. Il caro collega e amico Luigi Reho, a cui si deve quest’idea (pubblicata in un suo bel saggio del 2000 sulla rivista “Monopoli nel suo passato”), parlandone in seguito con me in privato in una situazione di studio e di confronto fra tesi, aveva finito per convenire con me che, almeno in questo caso, la lingua spagnola non c’entra. Il coltissimo professore monopolitano (che rimane comunque il grande glottologo che ho sempre riconosciuto) era stato, diciamo così, condizionato soprattutto dal fatto che ‘almadía’ in spagnolo significa ‘zattera’… Ma se si tenesse conto che, piuttosto che “Madonna della Madia”, nei tempi più antichi l’accezione, per il culto della veneratissima icona mariana “monopolitana”, era quella di “Santa Maria la Madia”, si comincerebbe più facilmente a capire che la ‘zattera’, nel nostro caso, non c’entra nulla. Io, naturalmente, un’idea (frutto di una lunga e minuziosa ricerca linguistica) ce l’ho, ma aspetto l’opportunità della pubblicazione (non so quando…) di un mio saggio storico per renderla di dominio pubblico. Per ora posso solo dire che il termine non si riferisce ad alcun oggetto (zattera o madia che si voglia), trattandosi invece di un autentico attributo mariano in lingua non italiana. Il mistero, dunque, per ora rimane; e contribuisce, a mio parere, a rendere ancora più affascinante la storia legata a questo antico e (almeno per Monopoli) prezioso culto.