Autorità portuale di Bari e Taranto e porto di Monopoli. Interviene Laganà

Martedì, ore 11:15

Le considerazioni dell’ex Sindaco di Monopoli

 

Un recente Decreto del Consiglio dei Ministri assegnerebbe alla Regione Puglia delle nuove Autorità del Sistema Portuale.

La notizia ha suggerito all’ex Sindaco di Monopoli, prof. Walter Laganà, di entrare nel merito della vicenda e rendere note le proprie considerazioni.

LA LETTERA

Gentile Direttore,
il recente Decreto del Consiglio dei Ministri prevede, fra l’altro, che le nuove Autorità del Sistema Portuale, assegnate alla Puglia, siano Bari e Taranto, rottamando di fatto quelle di Brindisi e Manfredonia. Chi comanda fa legge e contro la forza la ragion non vale e tanto meno il curriculum storico e la posizione naturale e strategica, perché il Porto di Brindisi (Brundisium), che durante il periodo dei traffici e del commercio della Grecia, della Magna Grecia e dell’Impero Romano insieme a quelli di Gnathia e Taras (Taranto), era il porto naturale che aveva un notevole peso specifico per le azioni militari, per i traffici e per il commercio con l’Oriente. Senza poi dire che durante l’Impero Romano, specialmente i porti di Brindisi e Gnathia erano collegati con Roma via terra attraverso le strade, rispettivamente Appia (regina viarum) e la litoranea Traiana. Per chi conosce la storia della Puglia nei vari secoli precedenti, Brindisi e Taranto godevano di una grande fama ed avevano insieme a Gnathia una fiorente attività commerciale e non solo nel mondo antico, ma anche durante l’Impero di Federico II di Svevia, della Repubblica Marinara di Venezia e del Regno di Napoli e delle due Sicilie. Allora il porto di Bari non esisteva neanche “in mente Dei”. Andria con il maestoso Castel del Monte e Trani con la Corte Suprema della Magistratura erano molto più importanti di Bari che, pur avendo la Sovrintendenza, ha avuto, come è noto, solo una certa notorietà con i Longobardi, i Bizantini e i Normanni e successivamente con la regina Bona Sforza. Senza dubbio Bari deve tutta la sua fortuna al fatidico ventennio fascista e ad Araldo di Crollalanza prima, e soprattutto, dopo la Liberazione, alla Democrazia Cristiana e alla politica lungimirante di Aldo Moro e in minima parte a quella di Vito Lattanzio, che hanno fatto di Bari il centro più importante della Puglia sia dal punto di vista politico che da quello economico ed industriale. Tutti gli altri sono vissuti di rendita. Oggi il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ed il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, con una clamorosa retromarcia sull’idea dell’unica Autorità Portuale della Puglia a Taranto, hanno deciso, senza nessuna (?) pressione politica, di assegnare alla Puglia due Autorità del Sistema Portuale a Bari e a Taranto, rottamando le Autorità del Sistema Portuale di Manfredonia e di Brindisi. Di questa “bella pensata” si è fatto alfiere il Sindaco Metropolitano di Bari che, temendo una guerra di campanile, si è permesso, “motu proprio”, di inviare ai Sindaci di Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli una lettere “disinteressata” (?), dando, non si sa a quale titolo, pur rispettando doverosamente i ruoli di ciascuno, a meno che non abbia avuto una delega specifica scritta dal Governo Centrale o Regionale, assicurazioni che non sono di sua competenza e richiamando i Sindaci alle responsabilità e “a confrontarsi su un nuovo modello di “governance” che sia in grado di superare divisioni territoriali (sic!), perché a suo dire, “se i parametri erano quelli richiesti dall’Unione Europea” per “i Porti core”, strategici per lo sviluppo delle reti commerciali e di comunicazione, allora bisognava mantenere Bari e Taranto”. Ma a nessuno è venuto in mente che Bari, Città Metropolitana, sede della Regione Puglia, della Prefettura, della Questura, del Tribunale, dell’Acquedotto pugliese, dell’Università degli Studi, dell’INPS, dell’INPDAP, della Fiera del levante, del Policlinico, della Gazzetta del Mezzogiorno e di una miriade di attività commerciali e di studi professionali, etc.etc., e soprattutto di un traffico bestiale ed impossibile, potrebbe, prima di scoppiare per il suo egoistico accentramento, impensabile nel XXI secolo, rinunciare “una tantum”, a qualcosa e decentrare alle altre città della Puglia che si sentono emarginate e sono sempre in fibrillazione, come Foggia, Lecce e Brindisi nel caso specifico, alcune competenze per fare sistema realmente con queste città e la Regione e farle sentire più vive e veramente parte integrante di tutto il territorio pugliese, in modo che possano anche crescere le relative comunità senza contrapporsi ad un monopolio esasperato ed esasperante della città di Bari. A parte queste considerazioni, vorremmo chiedere a questi nuovi Soloni della politica: Che fine faranno i porti di Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli? È un bel dire di fare “unica Banchina dal Gargano al Salento” se non ci sono le condizioni reali che lo permettono. L’esperienza fatta dal Porto di Monopoli dal 2007 ad oggi con l’Autorità del Sistema Portuale del Levante di Bari è stata amara, deleteria se non proprio da suicidio, tenendo presente che per oltre 50 anni lo scalo marittimo monopolitano aveva una fiorente ed invidiabile attività commerciale con un grande e prospero lavoro da parte delle Agenzie e delle Compagnie Portuali. Oggi purtroppo dispone soltanto di qualche sporadica presenza di navi commerciali e di traghetti di croceristi. Per fare sistema, carissimi novelli profeti, bisogna mettere i porti in condizioni di funzionare, dando a ciascuno un ruolo o turistico o commerciale e assicurando lavoro certo alle comunità e presenza di croceristi non a parole ma con i fatti, come è accaduto per il porto di Monopoli. Inoltre bisogna provvedere in tempi brevi a realizzare quelle infrastrutture mancanti e necessarie per il loro funzionamento in base alle loro competenze ed al rispetto che si deve all’Unione Europea in coerenza alla sua pianificazione per il trasporto e la comunicazione via mare. Intelligentibus pauca!?!

Monopoli (Bari)
25 gennaio 2016

Walter Laganà (Due volte Sindaco della Città di Monopoli)


La riproduzione, anche parziale, è consentita previa citazione della fonte “The Monopoli Times” con il relativo URL www.monopolitimes.com.

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 4.0 Internazionale