Venerdì, ore 21:04
IO SONO DISLESSICO. E TU?
Io ho gli occhi celesti e tu li hai verdi, io ho i capelli neri e tu castani, io sono dislessico … e tu? Per capire se lo sono devo effettuare dei test che mi permettano di certificare di avere o no disturbi specifici dell’apprendimento. Scoprire di essere dislessico non è così immediato come constatare di avere i capelli neri e gli occhi celesti, ma lo si può verificare con il supporto di neuropsichiatri. È una caratteristica del proprio modo di essere. Non significa essere meno capace dei compagni che non hanno DSA, si è diversi per milioni di caratteristiche che ci rendono unici e irripetibili, e questa è una di quelle caratteristiche neurobiologiche.
Con la legge 170 dell’8 ottobre 2010 si è fatta chiarezza sui DSA e la scuola è stata chiamata in causa attivamente a sostenere il percorso formativo di questi ragazzi adottando piani didattici personalizzati che permettano loro di conseguire i medesimi risultati dei compagni attraverso l’adozione di misure dispensative e strumenti compensativi. Per capire meglio strategie e dinamiche interne alla questione il 21 maggio è stato organizzato dall’Associazione Genitori, Insegnanti e Amici della Dislessia (AGIAD) presso l’aula magna dell’IPSIAM “San Francesco da Paola” – IISS “Luigi Russo”, un seminario aperto a docenti, alunni e a tutti coloro che fossero interessati al tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Sono intervenuti la dott.ssa Barbara Lovecchio, psicologa dell’età evolutiva, la prof.ssa Anna Laudisa referente AGIAD, insegnante e mamma di una ragazza con DSA ed una studentessa. I relatori hanno focalizzato l’attenzione su diversi aspetti dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma i tanti interventi dei ragazzi con DSA presenti in sala hanno permesso di comprendere con estrema chiarezza quanto sia importante non solo compilare un PDP e mettere in atto le strategie concordate, ma creare quel clima positivo, incoraggiante e di fiducia, indispensabile in ogni percorso formativo e soprattutto in queste particolari situazioni. È importante intervenire a supporto del processo di apprendimento con uno sguardo particolare alla sfera emotiva e relazionale dei ragazzi con questa caratteristica che, spesso, per evitare di mostrare le loro difficoltà o strumenti e strategie di studio diversi dai compagni, si nascondono perché temono, nella disinformazione generale dei coetanei, i pregiudizi o dinamiche di esclusione. Passi importanti sono stati fatti verso una didattica inclusiva e personalizzata, ma ci sono ancora tanti aspetti che bisogna conoscere e affrontare con strategie nuove. Prof.ssa Laura Turi