Il Gianni Lenoci Hocus Pocus 4 ospite a “nExt”

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Appuntamento a venerdì 27 Marzo alle ore 20 presso il Chiostro Palazzo di Città di Corato (BA)

Venerdì 27 marzo alle ore 20 presso il Chiostro Palazzo di Città di Corato, il Gianni Lenoci Hocus Pocus 4 (Gianni Lenoci: pianoforte, composizione e direzione, Vittorio Gallo: sax soprano e sopranino, Pasquale Gadaleta: contrabbasso e Giacomo Mongelli: batteria e percussioni) sarà ospite di nExt, la rassegna di eventi musicali di alto profilo ideata da Simone De Venuto e Martino Tempesta, che accende i riflettori su importanti personalità artistiche poco conosciute e spesso escluse dalle logiche di mercato.

L’obiettivo che NEXT si pone di conseguire è quello di avviare un piano di sensibilizzazione culturale che porti la città di Corato al centro dell’attenzione mediatica e che dia la possibilità ai cittadini di accedere a contenuti culturali altrimenti invisibili.

GIANNI LENOCI

Pianista, compositore e didatta.
Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma e in Musica elettronica presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, ove ha conseguito anche la Laurea in pianoforte (indirizzo solistico) con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi sull’opera pianistica di Morton Feldman. Ha studiato jazz ed improvvisazione con Mal Waldron e Paul Bley. E’ stato finalista nel 1993 dell’European Jazz Competition di Leverkusen (Germania) e nel 1996 vincitore di un premio della Fondazione Acanthes di Parigi (Francia). Nel 2003 la sua composizione elettronica “Notturno Frattale”, ha vinto il Premio Internazionale della Società Italiana di Informatica Musicale. Ha collaborato con i massimi specialisti mondiali del jazz e della musica improvvisata come Massimo Urbani, Steve Lacy, Joelle Leandre, Steve Grossman, Harold Land, Bob Mover, Enrico Rava, Glenn Ferris, Eugenio Colombo, Giancarlo Schiaffini, Don Moye, Han Bennink, Antonello Salis, Carlo Actis Dato, David Gross, Stephen Heckel, Paul Lovens, Sakis Papadimitriou, Georgia Sylleou, Jean-Jacques Avenel, John Betsch, Markus Stockhausen,Steve Potts, Carlos Zingaro, John Tchicai, Kent Carter,William Parker, David Murray, solo per citarne alcuni. Ha eseguito performances con poeti, danzatori ed artisti multimediali. Lenoci è attivo come interprete di vasto repertorio (Morton Feldman, Earle Brown, Sylvano Bussotti, John Cage). Gianni Lenoci è, inoltre, interprete dell’opera completa per strumento a tastiera di Johann Sebastian Bach.
Dal 1990 insegna Prassi Esecutiva, Improvvisazione e Composizione nei corsi di jazz del Conservatorio “N. Rota” di Monopoli ove ricopre l’incarico di Coordinatore del Dipartimento di “Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali” ed è Visiting Erasmus Professor presso varie Istituzioni estere (Bucharest University; Corfu University; Royal Northern College of Manchester; Conservatorio Superior de Malaga; Franz Liszt Hochschule in Weimar; Conservatorio Superior de Madrid; Conservatorio Superior de Salamanca.
Ha suonato in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Romania, Ungheria, Albania, Argentina, Grecia, Turchia, USA, Canada, Olanda ed inciso più di 50 cd per Splasc(h), Modern Times, ASC, ANT, Leo, afk, sentemo, vm-ada, DAME (Ambiances Magnetique), VEL NET, Soul Note, Amirani.

“Nei miei anni di formazione (”70-’80 del secolo scorso), la musica classica (specialmente barocca e contemporanea d’avanguardia), il jazz post bop e free e la black music (soul &rock) hanno consumato i miei giorni. Praticamente sono l’ispirazione costante di quanto oggi faccio. Quei suoni, quelle tessiture, quei colori e quelle forme sono confluiti nella mia pratica di improvvisatore, ovvero di compositore istantaneo, sia come pianista che come compositore e direttore chironomico. Quei suoni mi imprigionano nella nostalgia ricca di visioni. Di visioni trasformate che mi spingono all’inaudito. Quei suoni che pur mi hanno formato, non mi appartengono più; sono nella mia memoria ma non nel mio presente. Ho da ricercarne altri per nutrire il mio futuro. Per dirla con Gilles Deleuze, mi metto a cartografare le emozioni, attraverso l’improvvisazione; attraverso un ensemble di musicisti che delirano poeticamente. La sfida è andare in un (non)luogo dell’ascolto in piena responsabilità, non imponendo un’estetica, ma consentendone la creazione di nuove e molteplici. La creazione istantanea come vocabolario per produrre interpretazione del mondo e dell’esistenza. Dobbiamo accettare l’idea che non possiamo possedere la musica, possiamo solo esserne vittime felici. HOCUS POCUS è un laboratorio permanente a geometria variabile che io conduco da circa 20 anni presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli.”