Reperti archeologici come oggetti d’arredo: finiti sotto sequestro

Nel corso di una mirata attività di polizia giudiziaria, le Fiamme Gialle della Tenenza di Andria hanno rinvenuto, all’interno di un’abitazione, diversi reperti archeologici esposti come pezzi d’arredo.

Immediatamente, i militari chiedevano ai componenti della famiglia che vi abitava, di esibire una certificazione che ne attestasse il lecito possesso.

Ricevuta risposta negativa, su disposizione del magistrato di turno, dott. Michele Ruggiero, i reperti (sette in tutto) sono stati sottoposti a sequestro.

Si tratta di piatti in argilla ed anfore, di medie e piccole dimensioni, la cui perizia – effettuata dalla soprintendenza per i beni archeologici della Puglia- sede distaccata di Canosa di Puglia – ne ha accertato l’autenticità, dichiarandoli risalenti all’epoca preromana, seconda metà del IV secolo A.C..

Circa la loro provenienza, invece, è molto probabile che gli oggetti siano stati asportati abusivamente da una delle tante tombe, di cui è ricca l’area del nord barese.

I proprietari dell’abitazione sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per ricettazione ed impossessamento illecito di beni archeologici, reato previsto dall’Art. 176 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui la D.lgs 42/2004.